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Danza contemporanea, ImpulsTanz, Teatro, Teatrodanza

ImpulsTanz: Vertical Road / Akram Khan Company, vincitore di The Age Critics’ Award (Best New Work), Melbourne Festival 2010 è in scena domani

Il coreografo Londinese di origini bengalesi, Akram Khan, che ha sovvertito lo scenario della danza contemporanea internazionale con la sua idea di danza multiculturale, scaturita dalla fusione degli stilemi del contemporaneo occidentale con il kathak indiano, porta a Vienna una danza verticale: un viaggio filosofico o mistico tra terra e cielo…

Domani, 26 luglio 2011 e giovedì 28, è in scena l’ultima opera del coreografo Akram Khan. L’ensemble è di artisti molto speciali, otto danzatori provenienti da tutta l’Asia, Europa e Medio Oriente, e le musiche sono realizzare da uno dei collaboratori di lunga data di Khan, il compositore, Nitin Sawhney. Lo studio delle luci, in un gioco di lucore trascendente e ombre, è di Jesper Kongshang. I costumi sono opera del designer Kimie Nakano. “Vertical Road” si ispira alla tradizione sufi e al poeta e filosofo persiano Rumi. Esplora la natura terrena dell’uomo, i suoi riti e le conseguenze delle azioni umane.

Otto danzatori si muovono tra suoni sferici e tamburi in piena espansione. Un profeta li accompagna, leggendo il loro destino da pannelli neri. Essi traggono il loro potere da terra, girano attorno al proprio asse, trasformandoli in danzatori sufi. Asia, Europa e Medio Oriente e il mito universale degli angeli, il tema dell’ascensione che attraversa le religioni Islam, Cristianesimo, Ebraismo, Induismo. Dalla tradizione Sufi e dagli scritti del maestro spirituale persiano Rumi,  Akram Khan elabora una coreografia emozionante e suggestiva, una danza capace di indurre e di muoversi, con semplicità, tra stati di grazia e stati di estasi, densa di movimenti a terra, di corpi in elevazione e salti poi risucchiati dalla forza della terra, la bellezza dei movimenti fluidi e complessi. Una danza che va contro tutto quello che è la società di oggi, veloce e “orizzontale”: “more and more, I am pulled reluctantly towards a strong horizontal current, which is a place where time is moving at such high velocity, that even our breath is forced to accelerate just in order for us humans to survive. and I have always believed, that it is in our slow exhalation, where the sense of this deep spiritual energy resides. in a world moving so fast, with the growth of technology and information, I am somehow inclined to move against this current, in search of what it might mean to be connected not just spiritually, but also vertically.”

Sempre più spesso – scrive nelle note al lavoro Akram Khan – vengo trascinato a malincuore verso una forte corrente orizzontale, un luogo dove il tempo scorre a una velocità talmente alta che anche il nostro respiro è costretto ad accelerare per permettere a noi umani di sopravvivere. Ho sempre creduto che nella nostra lenta espirazione risieda il senso di questa profonda energia spirituale. In un mondo così veloce, con lo sviluppo della tecnologia e dei mezzi di informazione sono in qualche modo incline a muovermi contro questa corrente, alla ricerca di ciò che potrebbe significare essere collegato non solo spiritualmente ma anche verticalmente”.

“Vertical road” rappresenta “una concezione verticale del tempo, in cui natura, vita e morte convivono in modo organico” scrive ancora Akram Khan.

“I died from minerality and became vegetable;
And from vegetativeness I died and became animal.
I died from animality and became man.
Then why fear disappearance through death?
Next time I shall die
Bringing forth wings and feathers like angels;
After that, soaring higher than angels –
What you cannot imagine,
I shall be that.“ (Rumi)

Jalāl al-Dīn Rūmī (Rumi) è stato il più grande poeta, filosofo e mistico persiano del 1200. Fondatore dei dervisci rotanti, nelle sue poesie e nei suoi scritti filosofici, incita l’uomo a compiere il suo viaggio alla ricerca dell’amore supremo, che è Dio, e dell’amore derivato che è il riflesso in noi dell’amore divino e delle sue propagazioni nel mondo.  Un viaggio dunque verso sè stessi, con la volontà di esplorare la nostra natura e le conseguenze delle azioni umane. Alla base di queste riflessioni c’è il sufismo, la forma di ricerca mistica della cultura islamica.

Federicapaola Capecchi

Akram Khan

Londinese di nascita, ma di origini asiatiche (i genitori erano dal Bangladesh), Khan attivo con la sua compagnia già dal 2000, è sempre alla ricerca di connubi multietnici, di stupori e di senso. É uno dei coreografi più acclamati della sua generazione in Gran Bretagna. Ha iniziato a ballare a sette anni e ha studiato con il famoso ballerino e insegnante Kathak Sri Pratap Pawar.

Dopo aver studiato danza contemporanea e aver lavorato con la X-Group, progetto con Anne Teresa de Keersmaeker a Bruxelles, ha presentato la sua opera prima alla fine del 1990, mantenendo il suo impegno per la kathak classica così come lo sviluppo di un lavoro moderno. È stato coreografo-in-Residence e Artista poi associato presso il Southbank Centre, e recentemente è stato nominato Artista Associato di MC2: Grenoble e Sadler Wells di Londra in una speciale cooperazione internazionale. Vertical Road è l’ultima opera e continua la sua ambizione di esplorare le relazioni tra le diverse culture e discipline creative. Nel 2011, Khan continua il tour con Gnosi creazione più recente in cui combina le sue radici danza classica indiana e contemporanea. I suoi lavori precedenti sono In-I, un duetto con l’attrice premio Oscar Juliette Binoche con visual design di Anish Kapoor, che ha intrapreso un tour internazionale importante l’anno scorso. Il suo pezzo bahok, originariamente realizzata in collaborazione con il Balletto Nazionale della Cina, è stato acclamato dalla critica e ha completato il suo tour internazionale nel maggio 2010. Tra i suoi lavori precedenti degni di nota sono Kaash (2002), una collaborazione con l’artista Anish Kapoor e compositore Nitin Sawhney, e MA (2004), con testo di Hanif Kureishi. Altre opere hanno avuto dei mostri sacri in scena, come la ballerina Sylvie Guillem, zero degrees, una collaborazione con Sidi Larbi Cherkaoui, Antony Gormley e Nitin Sawhney, e Variazioni, una produzione con London Sinfonietta in occasione del 70 ° compleanno di Steve Reich. Khan ha ricevuto numerosi premi durante la sua carriera tra cui il prestigioso ISPA (International Society for the Performing Arts) Distinguished Artist Award a New York (2011), il South Bank Sky Arts Award per la danza (2010, Gnosi) nel Regno Unito, il Premio della Critica età ‘per il miglior nuovo lavoro (2010, vertical road) al Melbourne Arts Festival e il Premio Helpmann per la migliore coreografia e miglior ballerino (2007, zero degrees ) a Sydney. Ha ricevuto un dottorato onorario delle Arti di Roehampton Università e De Montfort.

Akram Khan Company

Fondata nell’agosto 2000 dal coreografo Akram Khan e dal produttore Farooq Chaudhry, Akram Khan Company viaggia oltre i confini per creare senza compromessi narrazioni artistiche. Si è affermata come una delle più importanti e innovative compagnie di danza nel mondo, è rinomata per la sua interculturalità, le collaborazioni interdisciplinari e per contestare le idee convenzionali delle forme di danza tradizionale. Il linguaggio della danza in ogni produzione è radicato nel Kathak classico (indiano) così come nella danza contemporanea ed è  in continua evoluzione per comunicare idee che sono intelligenti, coraggiose e nuove.  Akram Khan Company gira ampiamente sia all’interno del Regno Unito e a livello internazionale presso i principali festival internazionali e locali, con una vasta gamma di programmi, performance e spettacoli tra cui i classici assoli Kathak, produzioni e ensemble, collaborazioni. É stata premiata con diversi prestigiosi riconoscimenti tra cui Sky Arts Award per la danza (2010, Gnosi), Età Award per il miglior New Work (2010, Vertical Road) al Melbourne Festival e il Premio Helpmann per la migliore coreografia in lavori di danza
(2007, zero gradi) al Festival di Sydney.

http://www.akramkhancompany.net/

Sempre domani, martedì 26 luglio, nella sezione Extras del Festival ImpulsTanz,alle ore 18:30, si svolgerà il dibattito “Culture in Crisis“ con la coreogarafa Mathilde Monnier e Michael Stolhofer. Presentano: Bruno Tackels e Jean-Claude Crespy.

http://www.ifvienne.org

ImPulsTanz – Vienna International Dance Festival
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